Racconto della vicenda
Nel 1943 Pio Padovani, commerciante, decide di trasferire la famiglia da Bologna in un luogo più sicuro nella campagna imolese, lontano dal pericolo dei bombardamenti. Insieme alla moglie Wanda Samaja, il proprio fratello disabile Emilio e le due madri vedove, Adriana Treves in Samaja e Gemma Padovano in Padovani, si stabilisce in una casa colonica. Dopo l’8 settembre, l’occupazione tedesca rende instabile anche questo rifugio. Nel febbraio del 1944 Pio Padovani incontra per caso a Imola Edmondo Carlo Bizzi, commerciante di generi alimentari, suo conoscente per via di relazioni lavorative, mettendolo al corrente delle sue difficoltà e i suoi timori per la famiglia, cui si era aggiunta anche la figlia Serena, nata in clandestinità all’ospedale di Faenza. Bizzi si offre allora di ospitare tutta la famiglia Padovani nella propria casa di via Mentana a Imola.
La famiglia Bizzi era composta da Edmondo Carlo, la moglie Nerina Montebello in Bizzi, le due figlie Laura, nubile, e Bianca, sposata Palmonari, e i suoi tre figli bambini, Giuseppe, Vincenzo e Federico. Il marito di Bianca, Luigi Palmonari, nel settembre 1939 era stato richiamato nell’esercito, mentre lei e i figli erano rimasti a Coltano (in provincia di Pisa), dove la famiglia si era trasferita perché Luigi lavorava nella bonifica. Bianca era così ritornata a Imola coi bambini, nella casa paterna. Luigi venne poi catturato all’isola d’Elba e deportato in Polonia, da cui rientrò nel giugno del 1944, riunendosi alla famiglia.
Via Mentana si trova nella zona della stazione ferroviaria, quindi era allora molto esposta ai bombardamenti: per timore delle incursioni aeree, le due famiglie, Bizzi e Padovani, andavano a dormire in cantina. Una notte i tedeschi, pensando che la casa fosse disabitata, sfondarono il portone per entrarvi. Si creò così un’incredibile situazione di convivenza: i soldati tedeschi requisirono la casa, ma lasciarono la possibilità ai Bizzi (e ai loro ospiti, dichiarati come sfollati dalla città) di vivere nella cantina. Per fortuna si trattava di un locale ampio e ben aerato, che venne suddiviso con dei barili in modo da creare due partizioni per le due famiglie.
I Padovani vissero presso i Bizzi fino alla liberazione di Imola, avvenuta il 14 aprile 1945. Dopo quella data si stabilì nella casa per qualche tempo un reparto anglo-polacco.
L’amicizia tra le due famiglie dura tuttora.
Il 23 agosto 2004 i membri della famiglia Bizzi sono stati riconosciuti Giusti tra le Nazioni: Bianca Bizzi, quasi centenaria, era allora l’unica componente ancora in vita e ha ricevuto l’onorificenza dai funzionari del Consolato di Israele alla presenza dei figli e di Serena Padovani.
Nell’ottobre 2016 è stata intitolata a Bianca Bizzi la scuola primaria della Pedagna a Imola. (EP) |
Bibliografia* |
I giusti d’Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-1945, a cura di Israel Gutman e Bracha Rivlin, Milano, Mondadori, 2006, pp. 52-53.
Bianca, Laura e Nerina Bizzi, onorate come “Giuste tra le nazioni”, in Lisa Laffi, Cento passi di donne. Figure femminili attraverso la storia di Imola e del suo territorio, Imola, Bacchilega, 2017, pp. 217-219.
Picciotto Liliana, Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah, 1943-1945, Torino, Einaudi, 2017, p. 296. |