Luogo Lama Mocogno, Modena, Emilia Romagna, Italy
Racconto della vicenda

L’8 settembre del 1943, la proclamazione dell’Armistizio viene accolta, nell’immediato, con stupore e gioia, perché si spera in una conclusione rapida della guerra. Subito dopo, invece, si coglierà la drammaticità del momento: la Germania nazista da alleata è divenuta nemica, considera il gesto del Regno d’Italia come un tradimento, e con voglia di rivincita l’esercito tedesco invade la Penisola.
È questo il momento in cui diventa indispensabile e preziosissimo l’operato di Antonio Lorenzini che, come impiegato all’anagrafe, ha accesso a carte di identità in bianco e timbri originali. Riuscirà quindi a produrre numerosi documenti falsi che salveranno la vita di molti giovani soldati italiani nascosti nelle campagne intorno a Lama Mocogno, e non solo.
In quel periodo, infatti, in un albergo della zona, sono ospiti Vittore Colorni – ebreo mantovano – con la madre Emma e la moglie Alda Morpurgo, in attesa del primo figlio.
Colta di sorpresa dagli stravolgimenti conseguenti l’8 settembre e dalle notizie delle prime retate, la famiglia Colorni cerca inizialmente di capire quale può essere la soluzione meno rischiosa per mettersi al sicuro. Viene esclusa la possibilità di un ritorno a Mantova, dove era nota e iscritta alla lista della Comunità ebraica, quindi facilmente rintracciabile. Vittore Colorni ritiene, invece, più opportuno rimanere nel piccolo centro modenese, e viene a conoscenza dell’attività che proprio Antonio Lorenzini stava portando avanti per i ragazzi dell’Accademia militare, scappati da disertori sulle montagne del modenese.
«Sono documenti che trasformano questi in civili, assegnando loro immaginarie professioni, per sottrarli alla cattura e alla deportazione da parte dei nazisti», ricorda Vittore Colorni citando il caso dei cadetti in fuga con i documenti falsi prodotti dal Lorenzini.
Vittore Colorni si reca quindi a casa di Lorenzini, per cercare di procurarsi i documenti falsi. Lorenzini si dichiara subito disponibile a prepararli e, per trovare dei nomi che non destino sospetti, si fa ricorso alle carte annonarie. Così, in base ai tronconi di tessere pescate a caso, vengono scelti i nomi di Torelli Adolfo per Vittore, Gaspari Clarice per sua madre e Giordani Novellina per la moglie Alda.
È lo stesso Colorni a rivivere quei drammatici momenti:

Mi reco al municipio di Lama Mocogno per chiedere un documento del genere, certo di incontrare per lo meno delle difficoltà e resistenze. Mi trovo invece di fronte un ometto di aspetto bonario e sorridente, che mi ascolta, si rende conto della mia angoscia e subito mi rassicura: avrò i documenti di identità, coi nomi falsi, per tutta la mia famiglia. E in più anche le carte annonarie. […] Il piccolo uomo del comune di Lama Mocogno per me sconosciuto (come per i militari e per gli altri ebrei miei parenti che a lui ricorsero dietro mia informazione) ha rischiato, serenamente, la sua vita. E nulla, dico nulla, ha voluto ricevere in compenso.

Con i documenti falsi in tasca, la famiglia Colorni intraprende un viaggio assai rischioso verso Roma, ma giunto a buon fine. E proprio nella Capitale, dove i Colorni vivranno in un appartamento in affitto in via Tacchini 22, il 27 dicembre del 1943 nasce il piccolo Emanuele, che verrà registrato all’anagrafe come Emanuele Lazzaro Torelli.
La famiglia si trova ancora a Roma nel giugno del 1944, quando la città viene liberata dagli americani.
Nel 1964 Antonio Lorenzini riceve la Croce di Cavaliere al Merito, e il 15 gennaio del 2001, la Commissione per la designazione dei Giusti dello Yad Vashem ne riconosce il valore e il merito, proclamandolo Giusto tra le Nazioni. (SNS)

Bibliografia Sala D., Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI. Persecuzione, depredazione, deportazione (1943-1945), Carocci, Roma 2007.
Goldman L., Friends for Life: The Story of a Holocaust Survivor and His Rescuers, 1993 (ed. it.: Amici per la vita, SP 44 ed., 1993).
Gutman I., Rivlin B., I Giusti d’Italia, Mondadori, Milano 2006, pp. 125-126, (ed. it. a cura di L. Picciotto).
Picciotto L., Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945, Einaudi, Torino 2017, pp. 95, 102, 201-202.