Luogo | Cesena, Emilia Romagna, Italy |
La guida benedettina
Inizia in un giorno di novembre del 1943 quella che don Odo Contestabile definirà in seguito “la più grande avventura” della sua vita, cioè il salvataggio dei Lehrer, famiglia di ebrei stranieri internata in Italia durante la Seconda guerra mondiale. Due anni prima, alla fine di agosto del 1941, Julius Lehrer, commerciante ebreo di origini romene, scriveva al Ministero degli Interni, a Roma, per chiedere la concessione di un visto di transito “per un viaggio sulla linea Roma-Lisbona, per emigrare nell’America del Sud”. Un visto da estendere anche alla moglie, Stella Scheratter, e alle loro due figlie, Beatrix ed Erika, di sei e cinque anni. In quel momento l’intera famiglia si trovava infatti a Lubiana, presso l’Hotel Union, dopo essere stata espulsa dalla Croazia. La risposta delle Autorità italiane non fu però quella attesa: subito dopo Julius fu arrestato e trattenuto presso la caserma di S. Pietro, a Lubiana. Le stesse Autorità italiane disposero quindi l’internamento di Julius Lehrer nel Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (CS), e quello della moglie e delle due figlie nel Campo di Lanciano, in provincia di Chieti. Il 12 ottobre del 1941 fu allora la moglie Stella a rivolgersi al Ministero dell’Interno per chiedere la liberazione del marito e un’unica destinazione per tutta la famiglia. L’istanza in questo caso venne accolta, e pochi giorni dopo l’intera famiglia Lehrer fu destinata all’internamento in un comune della Provincia di Rovigo. Muniti quindi di “foglio di via” da parte dell’Alto Commissario per la Provincia di Lubiana, i coniugi Lehrer giunsero ad Adria. Dopo più di un anno dopo, all’inizio del 1943, sembrava che per i Lehrer fosse finalmente giunto il momento di emigrare in Paraguay. Ma come accadde in tanti altri casi, anche questa volta il progetto non andò in porto, e il precipitare degli eventi bellici portò la famiglia romena a fuggire dal Comune di Adria, così come fu comunicato da una nota indirizzata al Ministero dell’Interno da parte della R. Prefettura di Rovigo, in data 22 ottobre 1943: “Si sono allontanati furtivamente da quel comune per ignota direzione”. Siamo quindi nell’autunno del 1943, ed è proprio a questo punto che il cammino di Julius e Stella Lehrer si incrocia con quello di don Odo Contestabile, che li incontra per la prima volta al San Lorenzino, la casa di cura che un suo amico medico, Elio Bisulli, aveva fondato a Cesena. È in quella casa di cura, infatti, che lo stesso Bisulli tiene nascosti i coniugi Lehrer, come finti pazienti. Dopo la loro fuga da Adria, Julius e Stella hanno visto fallire il loro tentativo di raggiungere il Sud Italia, e sono stati affidati alla protezione del Bisulli da Achille Franchini, socialista e primario dell’ospedale di Santarcangelo di Romagna (RN). Le due figlie di Julius e Stella, invece, si trovano in quel momento nel collegio delle suore della Sacra Famiglia (monastero in cui era entrata pochi anni prima la sorella di Odo). Sono infatti state spostate in un luogo diverso rispetto ai genitori, per sfuggire meglio alla vista di occhi indiscreti. Entrambi i rifugi sono comunque troppo poco sicuri per garantire ai Lehrer un’adeguata protezione nel lungo periodo, considerando anche l’evolversi del conflitto. Di ciò è ben consapevole Elio Bisulli, e non ne fa mistero a don Odo, confidando evidentemente nell’aiuto del monaco benedettino. Aiuto che non tarda ad arrivare, perché don Odo da subito prende a cuore la vicenda. L’obiettivo è tanto chiaro quanto rischioso e complicato da realizzare: aiutare la famiglia Lehrer a varcare il confine con la Svizzera. E per realizzarlo don Odo si rivolge ad Ambrogio Nicolini, un orafo milanese suo amico, e in quel momento sfollato con la propria famiglia (la moglie e le tre figlie) nel paesino di Cuveglio, in provincia di Varese, a pochi chilometri dal confine col Ticino. È il 23 novembre del 1943, ed il monaco benedettino si mette in viaggio, direzione Cuveglio, per iniziare a prendere i contatti necessari alla riuscita del complicatissimo piano di salvataggio. Ottenuto quindi l’appoggio del Nicolini, don Contestabile organizza i dettagli della fuga: dalla ricerca di una guida che avrebbe dovuto accompagnare i Lehrer fino al confine, ai documenti falsi da fornire a Julius e alla sua famiglia, al viaggio fino a Cuveglio. La soluzione alla prima problematica, quella della guida, don Odo la trova individuando in un contrabbandiere di Cunardo, un altro piccolo paesino della provincia di Varese, colui che avrebbe accompagnato la famiglia Lehrer fino al confine con la Svizzera. La seconda questione invece, quella dei passaporti falsi, viene risolta grazie all’abilità del monaco nel convincere gli impiegati dell’anagrafe di Cesena a rilasciargli nuove carte d’identità per i suoi parenti abruzzesi. Grazie a questi documenti Julius e Stella Lehrer avrebbero potuto nascondere la loro vera identità, diventando Giuseppe e Maria Lereri. Definiti quindi i dettagli del salvataggio, e pianificati anche i tempi dell’operazione, il 3 dicembre del 1943 i Lehrer, guidati da don Odo, partono in treno da Cesena, in direzione Milano. Giunti il giorno successivo a casa di Ambrogio Nicolini, il pomeriggio del 5 dicembre la famiglia Lehrer intraprende il rischiosissimo tentativo di fuga oltreconfine, accompagnata non solo dalla guida di Cunardo e da un suo amico, ma anche da don Odo, deciso a non lasciare i Lehrer in mano ai due contrabbandieri ma ad accompagnarli fino alla frontiera, anche per fronteggiare meglio eventuali imprevisti. Imprevisti che non mancano, ma nonostante tutto alla fine l’operazione va in porto: Julius, Stella e le loro due figlie riescono a varcare il confine e a mettersi finalmente in salvo, evitando anche i respingimenti da parte delle guardie svizzere, grazie alla loro disponibilità economica. Ma quello dei Lehrer non è l’unico salvataggio di cui don Odo Contestabile è protagonista. Poco dopo, infatti, il monaco benedettino è impegnato in nuovo espatrio in Svizzera: quello dei coniugi Mondolfo. Emanuele Mondolfo, primario dell’Ospedale di Cesena, e sua moglie Dora De Semo, sono costretti a lasciare la città romagnola per sfuggire alla sempre più incombente minaccia nazifascista. In attesa che anche in questo caso don Odo definisca tutti i dettagli dell’operazione, Emanuele Mondolfo viene nascosto nel convento di Santa Maria di Campagna e la moglie presso le Figlie della carità, entrambi a Piacenza. Seguendo poi una modalità di fuga già sperimentata per i Lehrer, don Contestabile riesce infine a mettere in salvo in Svizzera anche i coniugi Mondolfo. Conclusa la guerra, Emanuele Mondolfo e la moglie Dora ritorneranno a Cesena, e Don Odo rivedrà anche la famiglia Lehrer, perché Julius e Stella torneranno nella città romagnola per ringraziarlo, prima di emigrare in America. Il 12 marzo del 2019, Yad Vashem lo riconosce come Giusto tra le nazioni. |
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Bibliografia | Broggini R., La frontiera della speranza. Gli ebrei dell’Italia verso la Svizzera 1943-1945, Mondadori, Milano 1998.
Contestabile O. – Altieri P. (a cura di), Un episodio della persecuzione contro gli ebrei, in Zucal P. R., Clausura violata, Stilgraf, Cesena 2004. Drudi E., Un cammino lungo un anno. Gli ebrei salvati dal primo italiano “Giusto tra le Nazioni”, Giuntina, Firenze 2012. Panzavolta F., Don Odo Contestabile, in Fabbri P. G. (a cura di), Le vite dei cesenati, Vol. II, Stilgraf, Cesena 2008, pp. 75-85. Poponessi P., Accadde a Cesena. L’ospitalità della Casa di Cura San Lorenzino agli ebrei perseguitati durante la Seconda Guerra Mondiale, Casa di cura San Lorenzino, Cesena 2018. FONTI ARCHIVISTICHE Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Uffici dipendenti dalla sezione prima, Ufficio internati, A4 bis, internati stranieri e spionaggio, b. 210 Lehrer Julius fu Lupu e famiglia (1941-1943). SITOGRAFIA AnnaPizzutiDatabase, www.annapizzuti.it |