Luogo | Ostia Parmense, Parma, Emilia Romagna, Italy |
Racconto della vicenda
È il 1940 quando Aldo Di Gioacchino (Senigallia, 1898 – Parma 1952), ricercato in quanto ebreo e antifascista militante, abbandona la propria abitazione di Parma per rifugiarsi a Ostia Parmense, piccola frazione sull’Appennino emiliano, insieme ai due figli, Alberto e Mario. Solo la moglie, cattolica, rimane a Parma. Le ragioni che hanno spinto il signor Giuseppe Gandolfi ad adoperarsi nei nostri confronti non sono state motivate da interessi, in quanto la nostra famiglia era ormai stata spogliata di ogni avere, ma ritengo siano sia un innato altruismo, sia l’amicizia che era sorta tra i miei genitori e i signori Gandolfi, e tra me e mio fratello e il loro figlio, racconta Alberto Di Gioacchino nel settembre del 2003, nella sua testimonianza per Yad Vashem. Le due famiglie, infatti, si conoscevano già da prima della guerra, poiché i Di Gioacchino durante l’estate prendevano in affitto alcune stanze proprio da Giuseppe Gandolfi. E Alberto e Mario erano praticamente coetanei di Maria e Luigi, i primi due figli di Giuseppe e Albina, con i quali giocavano insieme. Mi ricordo che mio padre, quasi tutte le mattine, prima dell’alba, con il favore dell’oscurità, usciva di casa con una borsa nella quale riponeva viveri e vestiario da portare al signor Aldo e ai figli. Non ci ha mai messi al corrente di dove si recasse, ma sapevamo che i rifugi erano sui monti della zona, nascosti nei boschi. La situazione locale era molto pericolosa, in quanto in Ostia Parmense c’era un distaccamento del Comando tedesco e una numerosa guarnigione di Camicie nere, al cui comando c’era (beffa del destino!) il primo cugino di mio padre. L’amicizia tra le due famiglie, nata prima della guerra e rafforzatasi nei drammatici anni della persecuzione nazifascista, continuerà anche nel dopoguerra. «Per vari anni trascorsi le mie vacanze a Ostia presso i Gandolfi», ricorda ancora Alberto. «I rapporti tra i miei genitori e la famiglia Gandolfi si mantennero vivi sino alla loro morte.» |
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Bibliografia | Gutman I. – Rivlin B. (a cura di), I giusti d’Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-1945, Mondadori, Milano 2006.
FONTI ARCHIVISTICHE CDEC, Raccolte e collezioni speciali, Istruttorie Yad Vashem, Gandolfi Giuseppe e Albina Giliotti. |